È rimasto un odore tra i canneti:
una mescolanza di sangue e corpo, un penetrante petalo nauseabondo.
Tra le palme di cocco, le tombe sono piene di ossa demolite, di rantoli soffocati.
Il raffinato satrapo discorre con coppe, colli e cordoni d'oro.
La piccola reggia brilla come un orologio e le rapide risate inguantate
attraversano a volte i corridoi e s'uniscono alle voci defunte e alle bocche azzurre da pochissimo sepolte.
Il pianto è nascosto come una pianta
il cui seme cade incessante al suolo
e fa crescere senza luce le sue grandi foglie cieche.
L'odio si è formato scaglia su scaglia,
colpo su colpo, nell'acqua atroce del pantano, con un muso pieno di melma e di silenzio.
I dittatori di P. Neruda
Post di Valentina "Puck" Lotti
Il Diritto al Delirio
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di Eduardo Galeano
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10 anni fa
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