lunedì 21 giugno 2010

in movimento continuo








Il viaggio nel verde. Saper perdersi nella magia della natura, e' una sinestesia, dove si uniscono tutti i sensi...una puzzle che si crea da sola. Ogni volta che osservo un'albero, e' sempre diverso, ogni anno cambia, ma rimane uguale, piacevole paradosso......,naturale bellezza anticipa e supera il concetto stesso di bellezza.

domenica 20 giugno 2010

FotoBiografia di Luca Rodella


Caro Ayres,
ci sono riuscito, eccoti le foto che ho scelto assieme a mia mamma a distanza.
non in tutte ci sono io, in una c'è la foto in sala da pranzo con mio nonno e altri parenti, ovvero quelli che al tempo erano i padroni di casa, gli uomini insomma.
In un'altra, che mi ha sempre fatto molto ridere, c'è mio padre a 7 anni che piscia il giorno della sua cresima con una mela in bocca, fotografato da un amico di mia nonna che aveva una fabbrica di guanti. come puoi notare è un grande nonsense.... e ci ho appena riso ancora con mio padre un secondo fa al telefono prima di scriverti.
Quella in cui sono con mia madre invece c'è da dire che, tra le dozzine di foto insieme che abbiamo, l'abbiamo scelta tutti e due senza saperlo. Io le avevo detto di cercare proprio quella, e lei incredula mi ha detto che l'aveva già messa da parte perché era la sua preferita.. "ma come hai fatto a ricordartela!?" mi diceva. misteri....

Un tuffo nel passato anche per loro, che non rivedevano le foto da anni. E molti sorrisi nel sceglierle, io che sono uscito da lezione una buona mezzora, nel cortile della Paolo Grassi; lei a casa, con la cucina piena di foto che riguardava da tre giorni.

Ci vediamo giovedì.

attore disrettore.
Luca Rodella

Clef des Songes - Sara Martera


Chiave dei Sogni di Sara Martera

FotoBio di Sara Martera


le mie scarpe: a parte che le all star insieme ai sandali birkenstock sono il modello che mi rappresenta di più, guardando le mie scarpe penso alla strada che ho già fatto e a quella che ho davanti...sarà in salita? spero non troppo!

Silvia Gallina si presenta


Ho provato a buttare giù qualcosa, ma niente, niente che mi permettesse di esprimermi. Le parole, a volte, sono limitate e limitanti.
Ecco perché la mia presentazione sarà questa foto per me molto significativa. L'ho scattata io, un po' di tempo fa, quando i mandorli erano in fiore, anche se non si vedono.
Questa foto mi ha riservato una sorpresa: di un evidente dettaglio mi sono accorta molto tempo dopo lo scatto.
Chi lo trova?
Un saluto
Silvia G.

sabato 19 giugno 2010

Clef des Songes - Sabrina Lopez


Ecco la mia idea per la parafrasi al quadro di Magritte. L'ho fatto in maniera impulsiva, ma volutamente!! Ho visto anche la tua e quella delle colleghe, credo ne parleremo a Venezia, decisamenmte molto interessante!!
A presto
Sabrina

FotoBiografia di Giulia Buzzoni


Giulia racconta:
Valigia
La valigia è di mia nonna. Credo abbia una trentina d'anni. Ho fatto 15 traslochi fisicamente, con la mente trasloco ad ogni cambiamento del vento.Mia madre dice che sono come la protagonista del film "Chocolat"... Ma preferisco pensare a quella canzone dei MCR:
"Da molti anni non mi chiedo più
quale posto è la mia casa
ho scoperto che la mia casa
è insiemea un dovunque vada
cammino senza legami
ho solo il vento che mi insegue
e il tempo non mi riguarda
perché il tempo mi appartiene"...



Viaggio, Ulisse, vecchiaia, nascita, tutto viaggio. La vita: valigia la pena! (Ayres)
Che Meraviglia! Che cosa ci hai regalato, Giulia! (Ayres)

giovedì 17 giugno 2010

È rimasto un odore tra i canneti



Originally uploaded by valentinaLotti
È rimasto un odore tra i canneti:
una mescolanza di sangue e corpo, un penetrante petalo nauseabondo.
Tra le palme di cocco, le tombe sono piene di ossa demolite, di rantoli soffocati.
Il raffinato satrapo discorre con coppe, colli e cordoni d'oro.
La piccola reggia brilla come un orologio e le rapide risate inguantate
attraversano a volte i corridoi e s'uniscono alle voci defunte e alle bocche azzurre da pochissimo sepolte.
Il pianto è nascosto come una pianta
il cui seme cade incessante al suolo
e fa crescere senza luce le sue grandi foglie cieche.
L'odio si è formato scaglia su scaglia,
colpo su colpo, nell'acqua atroce del pantano, con un muso pieno di melma e di silenzio.
I dittatori di P. Neruda
Post di Valentina "Puck" Lotti

martedì 15 giugno 2010

Clef des Songes, la botanica del sogno




La vita immaginaria vissuta in sintonia con il regno vegetale. La botanica del sogno. Come per tutti gli esseri, occorre amare i fiori prima di nominarli. Dietro a un titolo un po' troppo buffo, De la folie chez les vegeteaux (La follia dei vegetali), Francis Jammes entra in sintonia con la dirittura dell'albero: "Sono gli alberi che sono alla costante ricerca del loro equilibrio aereo...Cosi' la vita di questo fico, simile a quella di un poeta: ricerca della luce, difficolta' di sorreggersi".

E aggiunge in Pense'e des Jardin (Pensiero dei Giardini):


Accade ai meli che, preferendo la bellezza dei propri frutti al mantenimento del proprio equilibrio, si incrinino. Sono pazzi.

La ricerca dell'equlibrio, va attraverso l'immaginazione, non tutto puo' spiegarsi con l'associazione delle idee e delle forme, occorre anche approfondire l'associazione dei sogni.

Tutti abbiamo il permesso di sognare.

La mia chiave dei sogni e' una sorte di collage delle retro-atmosfere e degli retro ambienti, e le parole che ho scelto hanno un'significato che sta nelle e dietro le immagini, sono dei ecchi dei mondi possibili e delle storie vissute oppure le storie fantastiche, dove c'e' sempre la forte presenza della donna e della acqua (tutte le due sono la forza che ri-genera). Io adoro gli anni 60, adoro le forme degli anni 60, chi sa perche'.....scopriro'...., e' l'attesa che e' un fenomeno antico (non solo umano) puo' diventare un'viaggio verso l'ignoto, verso le ombre, verso........Ho provato a mettere la musica sul blog (ma, direi che sono molto primitiva a livello informatico) ma senza sucesso, vorrei condividere con tutti un pezzo meraviglioso di David Bowie, Absolute beginner...mi riconosco tanto nel testo della canzone.

E senza la poesia non si puo'...

Castellorizo

Del mare dell'estate c'e' ora solo
il riflesso del tramonto,
del riflesso solo i volti
e dei volti solo l'attesa.
(H.Nordbrandt)

CineBiografia di T.G.




Guardate questa CineBiografia ascoltando questo brano:
Racing Way
C'era una volta, la fiaba. Si raccontavano storie un tempo, di sera, in casa, davanti a un fuoco. La gente sognava ad occhi aperti. In altri luoghi i musici cantavano canzoni d'amore e di beffe. La gente rideva, si divertiva, dimenticava. Un giorno del diciannovesimo secolo, vide la nascita del primo film mai visto. Anche la mente umana è forse un cinema. Immagina le scene raccontate. Al cinema tutti vedono le proiezioni di una stessa mente. E sognano ad occhi aperti. Le fiabe che io preferisco, questo raccontano.

lunedì 14 giugno 2010

Non Sarò Solo



vi scrivo per annunciare che “non sarò solo”! Porterò con me, letteralmente in alcuni casi e virtualmente in altri, alcuni amici del Master di edizioni passate, che adesso vi presento:

Luca Scantamburlo. Compagno dell’edizione del Master CLNV 2006 – 2007 .
Luca mi ha introdotto al mondo dei Koan e è entrato nella mia tesi e nella mia vita, diventando un mio carissimo amico. Luca è uno scrittore e libero ricercatore sullo spazio e sull’universo che sta costruendo una reputazione nazionale e internazionale nell’ambito dell’ufologia.

Chiara Piazza. Compagna dell’edizione del Master CLNV 2006 – 2007 .
Chiara ha fatto nascere in me il desiderio di andare in India. Anche lei è entrata nella mia tesi e nella mia vita, diventando mia cugina, sì, mia cugina! Chiara è psicomotricista e psicomotociclista. Dirige un’Associazione Satyagraha che realizza dei programmi a favore di famiglie bisognose in India. Nel 2009 Chiara è venuta a Loreto per partecipare al Laboratorio Oltre le Parole condotto da Paolo Puppa.

Luca Rodella. Compagno dell’edizione del Master CLNV 2006 – 2007
Luca era il più giovane del gruppo. Anche Luca è entrato nella mia tesi e nella mia vita. Da quando ci siamo conosciuti abbiamo sempre passato una parte dell’estate insieme per compiere delle ricerche sulla performance e sull’amore, due grossi interrogativi per i quali non riusciamo a trovare delle risposte. Adesso Luca è allievo regista all’Accademia Paolo Grassi di Milano. Nonostante i suoi impegni, Luca ha promesso di essere presente al Laboratorio Immagini per Raccontarsi 2010.

Angelo Milaneschi. Master CLNV 2007 – 2008
Ho conosciuto Luca quando facevo la documentazione del Laboratorio di Performance di Paolo Puppa nel 2008, a Venezia. Poi ci siamo rincontrati nel 2009 durante un altro laboratorio di Paolo Puppa, Oltre le Parole, “organizzato” da me qui a Loreto. Siamo diventati amici d’allora. Angelo è un grande. Avrete l’occasione di verificare voi stessi, visto che sarà presente al nostro laboratorio quest’anno.

Nicoletta Braga. Master CLNV 2007 – 2008
Ho conosciuto Nicoletta quando facevo la documentazione del Laboratorio di Performance di Paolo Puppa nel 2008, a Venezia. Nicoletta, o Nico, come la chiama Marina, mia figlia, è venuta a trovarci nelle Marche nell’estate dello stesso anno, conquistando l’affetto e l’ammirazione di tutte le persone che ha incontrato qua giù. Poi ci siamo rincontrati nel 2009 durante il laboratorio di Paolo Puppa, Oltre le Parole, “organizzato” da me qui a Loreto. Nico è docente all’Accademia di Brera a Milano e una grande artista. Probabilmente sarà con noi al Laboratorio Immagini per Raccontarsi 2010.

sabato 12 giugno 2010

Where is my mind???


"Where is My Mind"

Oh - stop

With your feet in the air and your head on the ground
Try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
But there's nothing in it
And you'll ask yourself

Where is my mind

Way out in the water
See it swimmin'

I was swimmin' in the Caribbean
Animals were hiding behind the rocks
Except the little fish
But they told me, he swears
Tryin' to talk to me, coy koi.

Where is my mind

Way out in the water
See it swimmin' ?

With your feet in the air and your head on the ground
Try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
If there's nothing in it
And you'll ask yourself

Where is my mind


With your feet in the air and your head on the ground
Oh
Try this trick and spin it, yeah
Oh
Oh

che cos'è l'amor...


che cos'è l'amor...
Originally uploaded by ...chimi...
Michela Pansarella propone:

sfericaMente...


sfericaMente...
Originally uploaded by ...chimi...
Michela Pansarella propone:
SfericaMente

“la coniugazione della realtà al congiuntivo” è l’atto compiuto da chi scrive un racconto o dall’artista, tramite cui si creano “mondi possibili”, per mezzo della trasformazione metaforica del quotidiano e del dato considerato convenzionale , mondi che divengono reali in rapporto alla posizione e all’atteggiamento di chi lo guarda."
Bruner J., La mente a più dimensioni
foto: 5°Convention Giocoleria @ csaLaTorre (Roma sett 07)

aizeneV


aizenev
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Michela Pansarella propone:
aizeneVenezia

riflessivaMente


riflessivaMente
Originally uploaded by ...chimi...
Michela Pansarella propone: Riflessivamente

venerdì 11 giugno 2010

AutoFotoBiografia di Roberta

Questa è l'AutoFotoBiografia di Roberta. Un filmato delizioso. Un vero regalo che Roberta ha fatto al gruppo. Cliccate sul link: "Guardate su YouTube"

Biografia del Corpo


Foto: Lisa Burger
Vi invito ad andare a vedere la pagina di Lisa Burger sul nostro sito. Vale la pena.
Ecco una sua riflessione:
in questi ultimi giorni sto un po' pensando rispetto ai temi autobiografia, biografia del corpo, insomma a modi diversi che ci possono essere di parlare della propria storia con linguaggi che si avvicinino ai linguaggi della creatura (come direbbe bateson...). le immagini, e quello che faremo insieme, possono essere un modo. la narrazione, un' altro. abbiamo parlato anche di musica...e della nostra storia in relazione alla storia più grande (che mi affascina molto...)
in definitiva quello di cui staimo parlando insieme sono modi di raccontarsi che sono non oggettivi,non sequenziali, che hanno come filo conduttore le emozioni e i corpi, e come tali non-strutturati e abbastanza entropici...pensavo che per ogni punto di vista da cui uno può scandagliare lla sua biografia, emergerebbero cose differenti.
(l'esatto contrario di uesto modo di raccontarsi è il curriculum vitae: rigidamente strutturato, cronologicamnete ordinato, che non tiene conto del vissuto, infatti dice tutto di cosa abbaimo fatto e nulla del come.)
Lisa Burger

Pesce Cosmico?



Ho chiamato Gi, mia moglie, e le ho chiesto di guardare il tuo dipinto, Giulia, e di dirmi cosa vedeva. Ha risposto immediatamente: "vedo una ragazzina" e mi ha descritto il vestito e l'ambientazione. Ma tu non vedi un pesce? ho domandato. Un pesce? No, per niente. Allora ho contornato il pesce che vedevo. Sì, è vero. C'è anche il pesce. Un po' surrealista.
Ho chiamato Marina, mia figlia di 11 anni. Ho fatto la stessa domanda. Cosa vedi? Una bambina con la terra in mano che vola nell'universo. Ma tu non vedi un pesce? No. Guarda bene, il vestito è il corpo, poi c'è la bocca.... Sì, sta mangiando la bambina, sì, lo vedo il pesce.
Ho raccontato che ti avevo fatto i complimenti per il pesce cosmico. Si è messa a ridere, Marina. Si sarà arrabbiata, ha domandato. Penso di sì, ho risposto.
Siamo andati al mare per il nostro primo bagno dell'anno. L'acqua era limpida e fredda. C'erano dei pesciolini che nuotavano.
Guarda, Marina quante fatine!
Fatine? Ma sono dei pesciolini!
Ci siamo tuffati. Uhrrrrrr, che fredda l'acqua, che buona l'acqua...

domenica 6 giugno 2010

sabato 5 giugno 2010

Siamo Soli...?


siamo soli...?
Originally uploaded by ...chimi...
Questa foto mi ha fatto pensare ad una canzone di Nando Reis cantata da Cássia Eller del titolo "O Segundo Sol". Tu sei andata oltre...
http://www.youtube.com/watch?v=AYikhJ8OVqE


giovedì 3 giugno 2010

Dialoghi Verbali, NonVerbali e TransVerbali


Clef des Songes - Ayres

Carissimi amici di Immagini per Raccontarsi,
vorrei rendervi partecipi della conversazione in corso tra me e Giorgia.

Ayres,
perdonami, ho letto il programma di ciò che faremo durante il tuo laboratorio di fototerapia e ho alcune perplessità.
La prima cosa che non mi è molto chiara è la natura del materiale fotografico che noi dobbiamo portare: si parla di foto che riguardino la nostra intera vita, dalla nascita ad oggi? Se così fosse, sarebbe per me un po’ complicato reperirle poiché la maggioranza delle fotografie di quando ero piccolina sono su diapositiva e dunque non saprei come fare. Inoltre, moltissime foto di quando non esisteva ancora il digitale le conservo in album fotografici, cornici o quant’altro e mi dispiacerebbe doverle utilizzare per un collage e non poterle poi più rimettere al loro posto. In secondo luogo, mi chiedo anche di quante immagini stiamo parlando (indicativamente) e se queste immagini debbano ritrarre sempre e soltanto me o possano mostrare anche semplici paesaggi o altre persone per me importanti. Infine, ti chiedo se sarebbe un problema se io non avessi a disposizione nessuno degli strumenti da te richiesti, ossia portatile, cornice digitale, macchina fotografica e videocamera.
Scusa ancora per le tante domande,
Giorgia

Carissima Giorgia,
ti ringrazio del messaggio che mi hai inviato sui dubbi che nutri rispetto al laboratorio di fototerapia del Master CLNV. La tua mail mi permette di abbordare alcune questioni molto spinose ma allo stesso tempo fondamentali. Prima di farlo, però, dovrei dirti che la tua partecipazione fino a questo momento è stata stimolante per me. Tu hai allargato il senso di immagine al proporre delle opere di Magritte e di Casper David Friedrich come forma di intervento sul viaggio e sul significato nella comunicazione verbale e non verbale. È stato l'inizio di una conversazione non verbale che poi è stata ripresa anche da Chiara e da altri partecipanti. Ho trovato curioso che tu abbia proposto due artisti ai quali sono particolarmente affezionato. La copertina della mia tesi al Master è quasi una parafrasi di un quadro di Magritte: una foto piena di simboli tra i quali la pipa che non è una pipa. Senza contare che passavo delle ore davanti ai quadri di Caspar Friedrich che sono alla Neue Nationalgalerie quando abitavo a Berlino. Piacevolissima coincidenza! Tu mi hai dato degli spunti per proporre un gioco che consiste nel creare delle combinazioni simili a quella della "clef des songes". Ho già iniziato la mia. Ho trovato un cappello che si chiama casa, delle scarpe che si chiamano birra, un uovo di pietra, delle candele della pazzia, un telefono pesce fritto e un bicchiere cieco. Credimi, è un racconto autobigrafico...
Sviluppare la competenza di dialogare e di giocare con le immagini può rivelarsi uno strumento molto utile quando ci troviamo davanti a persone che hanno un rapporto problematico con la parola e quando affrontiamo delle situazioni di comunicazione bloccata. Ci sono due giochi che utilizzo spesso negli interventi che faccio con gli anziani e che funzionano benissimo: la tombola visiva-sonora-olfattiva e il gioco della memoria fotografica. Se ti fa piacere ne potrei parlare nella prima parte del seminario.
Adesso veniamo agli spini. Ma, aspetta, fammi raccontarti una cosa. Prima di iniziare il master, avevo degli obiettivi molto chiari per quanto riguarda la mia formazione professionale. Sono stato preso da un fastidioso sentimento di frustrazione quando la Padoan mi ha subito stroncato e rifiutato il mio progetto iniziale. Mi ci è voluto parecchio per accettare il fatto che se non prendevo me stesso come oggetto di studio, come oggetto di ricerca, non sarei in grado di attuare un cambiamento qualitativo a livello professionale. Questa è stata la lezione più preziosa e più difficile che ho ricevuto dal Master e la condizione sine qua non per crescere, per formarsi, per autoformarsi. Poi ci sono state molte altre lezioni importanti come la necessità di rendersi conto che non si può trovare se stesso guardandosi allo specchio, sono le relazioni con gli altri che ci rendono visibili a noi stessi. Ti racconto questo solo perché ti voglio dire che quando vi ho chiesto di raccogliere le vostre foto, di selezionarle, di creare la vostra FotoBiografia, intendevo soltanto stimolarvi a dedicare un po' di tempo a voi stessi, alla vostra storia, alla vostra narrativa esistenziale. Il fatto di portare delle foto autobiografiche per condividerle al laboratorio non ha la minima importanza. L'importante è poter esperimentare l'emozione di ripercorrere la propria vita attraverso le fotografie, scegliere alcune e scartare altre, sentire la mancanza di alcune immagini perdute e poi raccontare a se steso che cosa sia successa dentro di sé lungo questo processo. Questa è una tappa inevitabile per poter utilizzare le fotografie anche con gli altri. Uno si rende subito conto della forza e del pericolo nell'intraprendere questo percorso e ci rende molto più consapevole, più sensibili e umili quando lavoriamo con altre persone. Certo, il gruppo, la condivisione sono delle opportunità importanti di crescita.
Allora, tornando ai tuoi dubbi. Se tu desideri, se tu credi che possa essere una occasione buona, ti propongo di raccogliere le tue foto autobiografiche e fare una selezione. Dieci foto, per esempio. Se le vuoi farci vedere, portale a Venezia. Io sarò lì il giorno prima. Potrò scansionare le diapositive e le fotografie e poi stamparle con una stampante che avremo a disposizione. Potrai utilizzare le stampe digitale per i collage e per attività. Ma se tu non consideri che sia questo il momento o che questa attività non abbia un senso per te, allora non fa niente. Puoi benissimo partecipare in tanti altri modi. Comunque ti invito a giocare, a creare una parafrasi della chiave dei sogni con 6 immagini e parole apparentemente sconnesse per un racconto surreale.
Non ti preoccupare di portare nessun strumento. Porta le tue idee, la tua energia, i tuoi dubbi, la tua perplessità. Sarà il miglior regalo che potrai fare a me e al gruppo.
Un forte abbraccio e, senza dubbio, sincero da
Ayres

Caro Ayres,
Grazie della tua bella mail! Devo dirti sinceramente che l’idea di un collage surrealista mi ha stimolata e, se ce la faccio, voglio cogliere la tua “sfida” e creare la mia chiave dei sogni! Per quanto riguarda la mia fotobiografia, anche se forse dalla mia mail precedente non si è capito, ho voglia di stenderla e inizierò da stasera a raccogliere alcune immagini. Vedo cosa posso fare con le diapositive di quando ero piccola, comunque il giorno prima del tuo laboratorio noi siamo a Venezia per un altro laboratorio e quindi magari riesco a venire a trovarti e a portarti un po’ di materiale! Ad ogni modo, dalla tua mail mi pare di aver capito che tu non ci darai delle istruzioni rigide da seguire, ma che sarà possibile giocare insieme…questa fotobiografia deve avere un significato per noi, giusto? Allora, io vorrei “provocarti” e dirti che mi è venuta un’idea per modificare un po’ l’idea di fotobiografia per adattarla meglio a quello che è il mio carattere ed il mio modo di pensare…posso farlo e poi portarti la mia idea il giorno del laboratorio o qualche giorno prima a Venezia? Non devo aver paura di un brutto voto, no??
Infine, voglio dirti che troverei interessantissimo approfondire i giochi che hai menzionato nella tua mail in situazioni di comunicazione bloccata…se questo può essere fatto a lezione, benissimo, altrimenti possiamo parlarne in separata sede, se me lo concederai.
Saluti,
Giorgia

Carissima Giorgia,
ho appena finito di comporre la mia parafrasi sulla “Clef des Songes” di Magritte che tu hai tirato fuori in uno dei tuoi primi interventi. Sarebbe bastata questa tua provocazione per farti meritare il massimo dei voti! Per costruire questo collage ho dovuto imparare ad usare alcuni strumenti di photoshop che mi saranno molto utili per il mio lavoro futuro. Ma più importante dell’aspetto tecnologico è il fato che l’associazione surreale tra parole e immagini di oggetti autobiografici mi ha aperto una strada narrativa che non vedo l’ora di percorrere. Per il momento mi accontento di questo primo racconto quasi non verbale che mi ha dato tanta soddisfazione. Vorrei proporre a te e a tutti i partecipanti del laboratorio questo gioco:
6 parole - 6 immagini e un racconto suLreale.
A voi le parolimmagini!
Un forte abbraccio
Ayres
per vedere l'animazione cliccate sull'immagine

per vedere l'animazione cliccate sull'immagine

martedì 1 giugno 2010

Spoon River al Valle Lotti

foto di Valentina Lotti
Avevo soltanto otto anni e prima di crescere e capirne il significato non ebbi parole per questo, tranne che ero spaventata e lo dissi alla mamma, allora mio padre prese la pistola e avrebbe voluto uccidere Charlie, che era un ragazzaccio di 15 anni, se non fosse stato per sua madre.
Nondimeno la storia mi rimase attaccata, ma l'uomo che mi sposò un vedovo 35 enne un nuovo venuto non lo seppe mai fino a due anni dopo il matrimonio allora si considerò truffato e il villaggio convenne che non ero vergine, allra mi abbondonò e morì nell'inverno seguente.

Tratto dall'Antologia di Spoon River di E. L. Masters