martedì 4 maggio 2010

FotoBiografia - Ayres


Andare dal fotografo era la peggior tortura che mi potesse capitare. Che noia mortale, che spreco di tempo! Quelle sezioni interminabili. Odiavo essere fotografato.
Fotografare invece mi è sempre piaciuto. Da bambino, per gioco, per divertimento. Da giovane, per desiderio di comunicare, di dire ciò che le parole preferivano tacere. Da vecchio, per piacere, per lavoro, per testardaggine...
In tutti i traslochi che ho fatto nella vita, non mi sono mai portato dietro le foto dalla mia infanzia. Quando nel 2006, mentre frequentavo il Master in Comunicazione e Linguaggi non Verbali a Venezia, mi è venuto il desiderio di fare la mia FotoBiografia, ho dovuto rivolgermi a mia sorella più grande, Nenê, e a mio fratello immediatamente più piccolo, Adolpho. Grazie a loro due e ad internet sto riuscendo, lentamente recuperare le immagini del mio passato. Da alcuni anni sono diventato fotografo di me stesso e ho sviluppato una grande tenerezza verso i fotografi in generale e in particolare verso quelli che mi hanno fotografato da piccolo. Intanto, credo che non potrei mai fare il fotografo per professione. In fondo la fotografia non mi interessa. Ciò che conta per me è la relazione tra il fotografo e il fotografato e tra il fotografo e se stesso.

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